Nicola Attadio, Dove nasce il vento. Vita di Nellie Bly

Più che una viaggiatrice, più che una giornalista: un libro per scoprire Nellie Bly

Da quando ho scoperto la figura di Nellie Bly non ho più potuto fare a meno di citarla ogni volta che si tratta di parlare di donne pioniere dei viaggi. In effetti Nellie Bly è diventata famosa in tutto il mondo per aver compiuto in 72 giorni quel giro del mondo che Jules Verne aveva raccontato in 80.

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Ma Nellie Bly è stata molto di più. E leggendo la biografia che ne ha scritto Nicola Attadio sono rimasta impressionata a scoprire pagina dopo pagina una femminista ante litteram, una coraggiosissima reporter, una donna che metteva se stessa in quanto donna davanti a tutto ciò che faceva. Una donna che ha sempre voluto dimostrare che le donne devono essere indipendenti se si vogliono affermare o semplicemente realizzare (a free american girl, si definisce).

Vita di Nellie Bly

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Nicola Attadio, Dove nasce il vento. Vita di Nellie Bly

Nicola Attadio percorre tutta la vita di Nellie Bly, al secolo Elizabeth Cochran, dall’infanzia felice all’adolescenza drammatica: da qui la consapevolezza che se vuole sopravvivere con le sue sole forze deve fare affidamento su se stessa. Il primo passo da donna indipendente è fare la giornalista a Pittsburgh. La sua penna e il suo stile piacciono, nonostante lei sia giovanissima. E scomoda, perché è una donna in un ambiente maschile.

Il primo viaggio, visto che in questo blog si parla di viaggi, lo fa in Messico come reporter alla scoperta di quello stato così vicino agli Stati Uniti e così lontano. Per ottenere di poter andare si fa accompagnare da sua madre: due donne sole in una terra sconosciuta.

Quando rientra è scontenta del ruolo che riveste al “Dispatch” di Pittsburgh, così fa le valigie e si presenta a New York, dove nientepopodimenoché Joseph Pulitzer, quel Pulitzer, è proprietario del “World”. Proprio per questa testata giornalistica andrà a lavorare, proponendo per prima cosa un reportage memorabile: trascorre 10 giorni in un ospedale psichiatrico femminile per denunciarne le atrocità. La sua indagine fa scoppiare un putiferio che ha come conseguenza il miglioramento delle condizioni di queste strutture e del trattamento delle pazienti. Un punto a favore e una presa di coscienza: il giornalismo può migliorare le condizioni di vita delle persone.

Non sto a raccontare qui tutta la vita di Nellie Bly. Ma vi dico solo che il giro del mondo che lei compie in 72 giorni è ben poca cosa rispetto a ciò che mette a segno nella sua vita, tanto che negli Stati Uniti diviene una vera celebrità, sia tra i contemporanei che a seguire. Degno di nota, di questo suo viaggio, però, è a mio parere l’incontro con Jules Verne, ormai anziano. L’altro aspetto è che l’impresa viene seguita con grande interesse proprio dai media dell’epoca, tanto che al suo ritorno la giovane reporter viene accolta trionfalmente. Ma ciò non basta a placare la sua costante ricerca di affermazione e di voglia di denuncia.

Un altro grande viaggio compie, come reporter: sarà l’incaricata di seguire la Prima Guerra Mondiale sul fronte austro-ungarico per la stampa americana. Una posizione privilegiata, da un lato, ma terribile dall’altro, perché la porta davvero a contatto con la morte e le sofferenze atroci dei giovani soldati nelle trincee. E certo, quando fa ritorno in America, torna cambiata, oltre che ormai più che cinquantenne, e attenta alle condizioni dei più deboli non solo scrivendo per sensibilizzare, ma aiutando fisicamente i bambini disagiati di New York.

Una donna incredibile, dunque, sotto tanti punti di vista. Nicola Attadio alterna la narrazione a passaggi di articoli scritti dalla Bly che meglio di qualunque altra cosa fanno comprendere il suo pensiero e la sua azione. Un’azione che, ripeto, va ben oltre la sua attività di viaggiatrice.

Nota sullo stile della narrazione

Devo fare un appunto a questa biografia, che comunque ha l’indubbio pregio di aver portato alla conoscenza del pubblico italiano generalista una figura di donna davvero importante: non mi ha convinto fino in fondo lo stile. In alcuni passaggi la narrazione scorre molto bene, veloce e incalzante. Inoltre va sottolineata la nota bibliografica, importante se si vuole approfondire ulteriormente la figura eccezionale di questa donna. Ma vi sono alcune parti, come le introduzioni ai singoli capitoli, in cui l’autore ha la pretesa di mettere per iscritto i pensieri di Nellie Bly, rivolgendosi a lei alla seconda persona singolare, come se volesse interpretarne la coscienza, o come, nel corso della narrazione, quando Attadio ritorna troppo spesso a ripetere gli stessi concetti, in maniera un po’ retorica. Ecco, la retorica rovina a mio parere questa altrimenti splendida biografia. Ma se a voi quest’aspetto non dà noia, vi consiglio vivamente di scoprire la figura di Nellie Bly nelle pagine di Dove nasce il vento. Vita di Nellie Bly, di Nicola Attadio.

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