Verrocchio maestro di Leonardo: la mostra a Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi a Firenze dedica una mostra ad Andrea del Verrocchio e alla sua bottega nell’anno in cui si celebrano i 500 anni della morte di Leonardo da Vinci (il 2 maggio per la precisione). Ma che c’entra Leonardo con Verrocchio? Verrocchio fu maestro di Leonardo. Per la verità nella sua bottega passarono alcuni dei grandi nomi dell’arte rinascimentale toscana e umbra. Tra questi nomi quello di Leonardo certo spicca.

Nonostante il titolo della mostra, che sembra attirare proprio per la presenza di Leonardo, la mostra non insiste troppo sul Genio del Rinascimento, e questo nonostante siano esposte alcune sue opere minori, certo, ma caratteristiche. Leonardo aleggia come un’ombra mentre, sala dopo sala, scopriamo l’arte di Andrea del Verrocchio, artista certo meno noto ai più eppure fondamentale nell’arte rinascimentale.

Andiamo con ordine, però, e visitiamo la mostra.

#unamostraperdue: visitare la mostra con uno sguardo… particolare

Io e Stefania Berutti del blog Memorie dal Mediterraneo abbiamo visitato la mostra e twittato con l’hashtag #unamostraperdue in accordo con Palazzo Strozzi. Su twitter trovate tutti i tweet relativi alla nostra visita, in cui raccontiamo la mostra con il nostro particolare occhio. Io, neanche a dirlo, ho usato lo sguardo della viaggiatrice. E tante suggestioni mi sono venute alla mente.

Verrocchio maestro di Leonardo: un viaggio nell’arte del Rinascimento

Andrea del Verrocchio già di per sé è artista che nel corso della sua vita si sposta: da Firenze a Roma, poi a Venezia dove termina la sua carriera e vita. La sua vita è viaggio ed osservazione, e mette molto del suo itinerare nelle sue opere. Studia, si documenta, osserva e inventa.

Inizia la sua carriera come orafo, si forma alla bottega di Desiderio da Settignano dal quale invece impara a scolpire il marmo. Ma rispetto ai busti di nobildonne fiorentine di Desiderio, tagliate sopra il seno, prive di braccia, Andrea del Verrocchio aggiunge le mani. Mani affusolate, dita in movimento, graziose e sinuose, pure troppo. E proprio quelle dita affusolate furono oggetto dello studio, qualche anno dopo, di Leonardo da Vinci. Un disegno di Leonardo, esposto in mostra, alle spalle della Dama col Mazzolino del Verrocchio, mostra proprio questo forte legame tra allievo e maestro.

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La Dama col mazzolino di Andrea del Verrocchio e lo studio di mani di Leonardo da Vinci

A seguire, in mostra è affrontato il tema degli eroi. Desiderio da Settignano prima, e Andrea del Verrocchio poi, fissa nel marmo i busti di alcuni personaggi del passato. Li ritrae nel marmo come fossero grandi cammei di età classica – e sicuramente entrambi avevano avuto accesso alla collezione di antichità, di gemme e cammei di Lorenzo de’ Medici che ritraevano imperatori, ma anche divinità e scene mitologiche (oggi esposti nel Corridoio Mediceo del Museo archeologico Nazionale di Firenze) . Il profilo di Cleopatra o forse Olimpia (madre di Alessandro Magno) e poi i profili di Alessandro Magno stesso, di Scipione Africano e di Annibale, ciascuno con la sua corazza, l’elmo, ed alcuni elementi tra il mitologico e il fantastico: come il drago e la testa di gorgone mostruosa, che sembrano avere vita propria, oltre l’armatura nella quale sono relegati.

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Dettagli nell’Alessandro Magno di Verocchio: figure mitologiche marine, un drago sull’elmo, la gorgone mostruosa sul petto

Nella stessa sala è esposto il David di Andrea del Verrocchio, solitamente al Museo del Bargello insieme ai due David di Donatello (ebbene sì, ne ha fatti due!). E proprio il volto del David di Verrocchio fu studiato da Leonardo. E in mostra troviamo il foglio su cui Leonardo copiava il volto del David. Leonardo ci segue come un’ombra in questo percorso artistico e cronologico.

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Il David del Verrocchio e lo studio del volto fatto da Leonardo

Terza sala, ci si diverte.

Una serie di Madonne con Bambino che non si sa quale guardare per prima. Non sono tutte di Verrocchio. Una infatti, che attira la mia attenzione, è una Madonna realizzata addirittura dal Botticelli, che nulla ebbe a che vedere con la bottega del nostro pittore. Ma mi attrae particolarmente lo sfondo contro cui si svolge la scena principale: una montagna, una grotta al cui ingresso si pone un tempietto a pianta centrale e copertura a cupola. Mi viene in mente, come un flash il Tempio di Valadier posto all’ingresso di una grotta carsica nella Gola di Frasassi a Genga, nelle Marche. Il tempietto però fu realizzato nel 1828. Che Valadier (o meglio i due architetti che l’hanno realizzato, l’attribuzione a Valadier è erronea) abbia visto dunque il dipinto del Botticelli e abbia tratto ispirazione? E Botticelli però a sua volta da dove prese ispirazione? Trovare questo legame mi ha profondamente esaltato, son sincera.

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La Madonna del Botticelli e il tempio di Valadier nelle Grotte di Frasassi. Coincidenze? Io non credo

Un’altra opera, questa volta di Andrea del Verrocchio, mi ha esaltato quasi alla stessa maniera. Si tratta della Madonna di Volterra. Una Madonna con bambino ha sullo sfondo un territorio in cui risalta una particolare formazione rocciosa nel terreno. Guardandola non ho potuto non riconoscere certe balze del territorio volterrano! E anche qui mi sono esaltata. Lo so, è piccola cosa, ma lo sguardo della viaggiatrice è rimasto colpito da questa somiglianza.

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La Madonna di Volterra e una delle balze volterrane. Scopri le sette piccole differenze

La Madonna di Berlino, invece, diviene prototipo per il tipo della Madonna con bambino sul davanzale. Voi direte “ma sempre una Madonna con bambino è!” ed è vero, però la rappresentazione inventa uno schema, permette all’artista di giocare con l’invenzione di sfondi e di prospettive e infatti, in opere successive, questo davanzale verrà variamente interpretato e abbellito: come in una Madonna del Pintoricchio (mica di uno qualsiasi).

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L’arcangelo Raffaele e il mercante Tobiolo

Sempre in questa sala salta agli occhi la rappresentazione dell’Arcangelo Raffaele e del mercante Tobiolo: un personaggio biblico nel quale i Medici e tutta la classe dei mercanti fiorentini si rivede particolarmente. Ed è interessante scoprire, a fine mostra, che lo stesso identico castello del paesaggio si ritrova sullo sfondo di un’altra opera, una Madonna con bambino realizzata da Lorenzo di Credi per l’Eremo di Camaldoli.

Tra le varie Madonne spicca poi la Madonna Ruskin del Ghirlandaio, che pone Maria col Bambino davanti ad un paesaggio archeologico, quello della Basilica di Massenzio; il significato è chiaro: la vittoria del Cristianesimo sul Paganesimo che invece decade, va in rovina, è ridotto a rudere di se stesso.

Passiamo alla scultura. Perché Andrea del Verrocchio inizia come scultore, passa alla pittura, infine prende a bottega Leonardo da Vinci il quale – racconta Vasari – nel Battesimo di Cristo del Verrocchio dipinge un volto di angelo così bene da far decidere il Verrocchio di non dedicarsi mai più alla pittura!

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Busto di Giuliano de’ Medici in terracotta

In scultura Verrocchio realizza, oltre che in marmo, opere in bronzo e in terracotta. Il busto di Giuliano de’ Medici per esempio, è in terracotta non dipinta. Mentre a me torna in mente un busto di Cristo dipinto, realizzato sempre dal Verrocchio, ed esposto al Mimara Museum di Zagabria.

Anche per quanto riguarda le opere in bronzo, il Mimara Museum di Zagabria espone un puttino che sembra proprio fare il controcanto al Putto con delfino che doveva adornare la fontana della villa medicea di Careggi. Entrambi, ovvio, opere del Verrocchio.

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Putto con delfino di Verrocchio e puttino, sempre di Verrocchio, al Mimara Museum di Zagabria

Il vero viaggio, invece, lo fa una decorazione in marmo per una fontana che Lorenzo de’ Medici regalò a Mattia Corvini e che costui portò a Budapest, dove tuttora si trova. E così l’opera del Verrocchio arriva fino in Ungheria.

Leonardo allievo di Verrocchio

Qui in mostra troviamo poi un oggetto strano: un disegno, niente più, piccolo per giunta, in cui sono rappresentati Venere e Cupido in un paesaggio palustre. Il disegno è di Verrocchio, salvo che per un dettaglio: i giunchi, realizzati dalla mano di Leonardo. Così dice chi sa riconoscere all’impronta la mano di Leonardo e così ve la riporto. Insieme al disegno.

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Indovina indovinello cos’ha disegnato qui Leonardo? I giunchi!
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L’unica scultura nota di Leonardo da Vinci: una Madonna con Bambino

La mostra si conclude con l’unica scultura nota di Leonardo: una Madonna con bambino in terracotta che strizza l’occhio alle madonne che poteva aver visto realizzare a bottega dal Verrocchio, ma che non ha confronti nel panorama rinascimentale e che pertanto gli viene attribuita. Sia la Madonna che il bambino sono sorridenti, di un sorriso contagioso, gioioso, che prende vita sotto la creta non dipinta che li costituisce.

Un bel viaggio nell’arte del Rinascimento, non c’è che dire. Le opere in mostra non sono certo tra le più note (se volete le più note, gli Uffizi da un lato, le Gallerie dell’Accademia dall’altro, stanno a poche centinaia di metri da Palazzo Strozzi), ma servono per completare l’idea che abbiamo di Rinascimento: un periodo culturale e artistico tutt’altro che lineare, ma ricco di sfumature, di singole personalità di artisti che seppero virare verso le proprie inclinazioni, iconografie e rappresentazioni. Molte storie di artisti si intrecciano, molte influenze inedite si avvertono; si ha la sensazione di un grande fermento artistico alla corte di Lorenzo de’ Medici, un fermento del quale gli stessi artisti erano ben consapevoli, tenacemente intenti a voler lasciare il proprio nome inciso nella storia dell’arte italiana.

Info: Palazzo Strozzi, Verrocchio Maestro di Leonardo; al Museo del Bargello è esposta un’ulteriore sezione della mostra: esiste la possibilità di fare un biglietto integrato Strozzi-Bargello appositamente per completare la visita.

10 risposte a "Verrocchio maestro di Leonardo: la mostra a Palazzo Strozzi"

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  1. Che mostra meravigliosa! Il Rinascimento è stato un periodo favoloso e molto fecondo per la nostra arte. Ho apprezzato molto la teoria delle mani che hai sottolineato all’inizio, un dettaglio intrigante e femminile nei busti. E poi che belle quelle Madonne!

    1. Tutti parliamo del genio di Leonardo, ma Verrocchio suo maestro fu già di suo un grande innovatore. Le Madonne sono una più bella dell’altra, e proprio nelle loro mani Verrocchio si scatena e le fa sempre sinuosissime…

  2. Belissimo Palazzo Strozzi 😍 come bellissimo d altronde il Rinascimento.. leggere il tuo articolo mi ha fatto tornare alle superiori ad una lezione di storia dell arte 🙂

  3. Grazie del bell’articolo e delle immagini. Verrocchio è stato offuscato dalla fama di Leonardo genio, ma quanta raffinata grazia nelle sue opere, in cui è evidente l’influenza che ha lasciato in Leonardo. Splendida mostra che spero di poter visitare.

    1. La mostra è davvero bella, opere uniche. Soprattutto ha il merito di far emergere un artista che di solito non ha l’attenzione che meriterebbe da parte del pubblico

  4. Io amo l’arte soprattutto quando si tratta di arte religiosa! L’arcangelo Raffaele e il mercante Tobiolo è uno dei miei dipinti preferiti! E poi è tanto che manco da Firenze potrebbe essere l’occasione buona per un weekend! 🙂 grazie per i consigli!

    1. Invece è un’opera che non conoscevo! Beh, se vieni a Firenze altro che mostra, tra Uffizi, Accademia, Bargello e chiese varie trovi tutta l’arte religiosa che vuoi!

  5. Una mostra molto interessante per fare una “passeggiata” nella storia del rinascimento italiano. Alla scoperta di un artista meno noto, ma non per questo con opere meno affascinanti

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