Il sentiero che propongo è una passeggiata che permette in 5 ore di cammino di toccare tutta l’essenza dell’entroterra del Ponente Ligure. Questa passeggiata non è di mia invenzione, ovviamente, ma è un percorso descritto nel libro “Passeggiate a Ponente”, a cura di Ferdinanda Fantini e Gian Carlo Ascoli, specializzato in percorsi di trekking in Liguria, e si basa su percorsi CAI ben definiti.
Prima tappa: alla scoperta di Lucinasco
Il nostro punto di partenza è Lucinasco, nell’entroterra di Imperia: un borgo in altura posto lungo la Valle Impero e sulla via dell’Olio.
Da Imperia Oneglia si imbocca la via Nazionale, in direzione di Torino. Questa via, che quand’ero bambina passava per tutti i minuscoli paeselli che risalgono la valle Impero, oggi è una strada a scorrimento veloce che salta tutti questi paesi in modo da raggiungere più agevolmente il Piemonte passando da Pieve di Teco, Pornassio e Nava. In ogni caso, le uscite lungo questa strada consentono di raggiungere i paesini anche più sperduti dell’entroterra.
Lucinasco si trova sul versante ovest della valle Impero, superato quindi il fiume e risalita la collina coltivata ad oliveti e sistemata a fasce per alcuni tornanti anche stretti. Siamo lungo uno dei tanti percorsi della Via dell’Olio: questo infatti è uno dei territori della Liguria più vocati alla produzione di olio: numerosi sono i frantoi che si incontrano e numerose sono le tracce della lavorazione: le fasce, ovvero i muretti a secco che caratterizzano le colline liguri, le caselle, ovvero piccole costruzioni in pietra a secco nelle quali venivano – e vengono – custoditi gli attrezzi per la coltivazione, la raccolta e la battitura delle olive, i gumbi, ovvero i frantoi per le olive, che potevano essere ad acqua, ovvero che funzionavano grazie all’apporto di un mulino, oppure a sangue, e in tal caso era un mulo, o un asino, a girare la grande ruota di pietra che schiacciava le olive traendone il prezioso olio.

Giunti a Lucinasco, prima di intraprendere il sentiero, propongo di fare un breve giro nel borgo. Il paese in effetti non è grande, anzi, è piuttosto piccolo, tuttavia la bella chiesa di Sant’Antonio e l’oratorio di San Giovanni Battista, nonché gli scorci che regala la via principale, tra case in pietra che sanno di antico e il palazzo comunale con i suoi piccoli portici, non fanno pentire di essere passati di qui.
Se siete partiti per il sentiero che vi propongo senza acqua né cibo (stolti! Non si fa! Bisogna essere attrezzati in tutto e per tutto se si vogliono affrontare anche i sentieri più brevi!) fate un pit-stop all’alimentari in fondo al paese: troverete tutto ciò che vi occorre.
Dal paese di Lucinasco al laghetto, nostro punto di partenza, ci sono davvero poche decine di metri. Conviene lasciare l’auto proprio presso il laghetto.
Il laghetto di Lucinasco è un’oasi meravigliosa che sembra trapiantata qui da chissà dove: una piccola pozza d’acqua con salici piangenti che si allungano sugli argini e simpatiche tartarughe che si distendono al sole. Il laghetto di Lucinasco è dominato dalla splendida chiesa di Santo Stefano: una quinta scenografica perfetta (e infatti questa è una location molto apprezzata per i reportage di matrimonio).

Dal laghetto di Lucinasco alla Strada Marenca sul Monte Acquarone e ritorno
Da qui inizia il nostro percorso a piedi. Il primo tratto è su strada asfaltata, dopodiché ci inoltriamo nel bosco in direzione della bella chiesa tardomedievale di Santa Maria Maddalena. Questa chiesa per la sua austera semplicità è scelta ancora oggi dalle giovani coppie che vogliono sposarsi: all’interno pareti spoglie in pietra, fuori il bosco e il panorama che si apre sul paese di Lucinasco ormai lontano e sull’immensità delle montagne che ora cominciano a vedersi.

Il sentiero che si deve seguire è ben segnalato dalla classica segnaletica CAI a striscia bianca e rossa. Poco oltre la chiesa di Santa Maria Maddalena il percorso si fa più ripido e il dislivello diventa importante. Si risale il bosco, che ad un certo punto si dirada diventando il regno delle capre, e infine si arriva a 800 m slm sul crinale del Monte Acquarone.
Giunti sul crinale, la cosa meravigliosa di cui ci si rende conto è che da qui si vede benissimo il mare, che pure è distante alcune decine di km! Una piccola cappella di valico, la chiesa del SS. Nome di Maria, ci indica che siamo lungo la Strada Marenca, la via della transumanza lungo la quale ogni anno si spostano da e verso il mare le mandrie di mucche. Questa cappella ha il classico aspetto delle cappelle e piccole chiese che sorgono qua e là isolate lungo antiche strade del Ponente: hanno un portico più o meno chiuso davanti all’ingresso, con tanto di panchina per consentire il riposo del pastore di passaggio e il ricovero in caso di pioggia. Questa cappellina, tutta bianca, ha sulle pareti una meridiana per indicare l’ora del giorno al pastore. Nulla è mai fatto per caso.

La Strada Marenca non è una semplice via di comunicazione. È un percorso millenario che mette in comunicazione il mare, quindi Oneglia e Porto Maurizio, con le valli del Monregalese (Provincia di Cuneo, Piemonte) che si snoda in tanti sentieri e percorsi minori, tra crinali e mezze coste raggiungendo anche, sui percorsi di valico delle Alpi Marittime, anche i 2000 m. Non si tratta di una semplice via di transumanza, dunque, ma di una via di comunicazione e di commercio tra la montagna e il mare.
Dopo aver percorso un tratto di questa Strada Marenca si può scegliere di ridiscendere a Lucinasco percorrendo sentiero CAI oppure la strada asfaltata. Anche la strada asfaltata regala soddisfazioni: si incontrano infatti qua e là alcune caselle in pietra a secco anche molto ben conservate. La tradizione delle caselle è molto antica e in effetti si tratta di un’architettura talmente semplice da farla risalire indietro nel tempo fino almeno all’età protostorica, prima dell’arrivo dei Romani. Si tratta in sostanza di piccoli edifici troncoconici, più o meno sviluppati in larghezza e in altezza. In Provenza un’architettura popolare simile è quella dei Bories, in Istria è quella delle Casite (Kazun) come si trovano ancora presso Dignano in Croazia: la semplicità della pietra e le capacità di muratori sapienti fanno sì che in ogni dove siano sorte e si siano mantenute costruzioni simili.

La strada ridiscende fino al laghetto di Lucinasco, dove si trova l’automobile. Ci si può godere l’ombra e il fresco del laghetto, dopodiché corroborati e rinfrescati possiamo ritornare a Imperia oppure, in alternativa, possiamo visitare uno dei frantoi del territorio.
Sentieri di Liguria: scoprili insieme alle blogger liguri
Questo post che hai appena letto fa parte di una raccolta di post a tema “Sentieri di Liguria” scritti dalle 5 blogger liguri che portano avanti il progetto instagram #emozionidiliguria.
Ecco gli altri post:
- Camminate in Liguria: 3 sentieri facili ma sorprendenti a cura di Elisa di Piccoli Grandi Viaggiatori
Sono sempre alla ricerca di nuovi sentieri da fare. La Liguria è molto vicina a dove vivo, quindi mi salvo questo sentiero.
Bene! Contenta di averti suggerito un buon itinerario 😃
Si pensa sempre alla Liguria per il mare, ma in effetti ha davvero tanto da offrire. Dai monti al mare, letteralmente!
Assolutamente sì. La Liguria è piccola, ma è decisamente variegata