Per chi nel Ponente Ligure c’è nato, questa notizia non è niente di nuovo: la provincia di Imperia ha il clima migliore d’Italia. Però pare che in questi giorni questo fatto abbia avuto una nuova e ufficiale consacrazione: ne parlano tutti i giornali, una ricerca de Il Sole 24 Ore non ammette repliche: la provincia di Imperia è al primo posto in Italia per le sue condizioni climatiche.
Una gran bella notizia, certo, ma non una novità, come vi dicevo.

Breve storia del clima migliore d’Italia
La Riviera Ligure di Ponente (e, sì, anche la vicina Costa Azzurra) gode di una gran bella fama già dalla seconda metà dell’Ottocento: il clima ligure era magnificato sulle guide turistiche europee e soprattutto d’Oltremanica. Tantissimi erano gli inglesi benestanti che venivano nel Ponente a svernare; molti addirittura vi si trasferirono: il clima mite, il sole, lo iodio, erano un toccasana per i polmoni deboli di chi abitualmente viveva nelle campagne inglesi (belle, eh, ma decisamente poco salutari).
Così i medici inglesi consigliavano ai loro pazienti più facoltosi un soggiorno salutare in Liguria. E questi inglesi, così meticolosi e appassionati nel loro voler fare le cose per bene, non solo scesero in Liguria, ma qui diedero il via ad un circolo virtuoso di modernizzazione, se così lo si può definire.

Cittadine come Bordighera, Ventimiglia, Alassio, la stessa Sanremo ancora oggi molto nota, da piccoli borghi medievali e di pescatori si svilupparono in località marittime ricettive assolutamente d’avanguardia: hotel di lusso, ville, giardini. La Liguria di Ponente nella seconda metà dell’Ottocento era una meta da sogno per il turismo internazionale.

In realtà la fama della Liguria di Ponente nel Regno Unito si era diffusa già prima: se avete letto Il dottor Antonio, romanzo in stile romantico dell’autore ligure Giovanni Ruffini, racconta di un amore impossibile, quello tra la bella lady inglese Lucy e il dottor Antonio, di Bordighera. Il romanzo viene scritto già nella prima metà dell’Ottocento, ed è anzi un manifesto risorgimentale. Ma è al tempo stesso una testimonianza di chi frequentava la Riviera già a quei tempi.
La costruzione della ferrovia, pochi anni dopo l’Unità d’Italia, diede un notevole impulso. Sulla splendida ferrovia del Ponente (oggi ormai quasi totalmente smantellata e spostata più a monte per consentire spostamenti più veloci ma meno spettacolari) correvano treni di lusso che attraversavano l’Europa per giungere in Liguria! Fu davvero un periodo florido per l’economia locale, e un momento di grande crescita urbanistica ordinata, garbata, elegante e colta. Sì, perché a finanziare filantropicamente le nuove costruzioni erano gli inglesi stessi che nel Ponente Ligure avevano trovato dimora.
Clarence Bicknell e Thomas Hanbury, due mecenati inglesi nel Ponente Ligure
Clarence Bicknell, per esempio, si installò a Bordighera. Qui ancora oggi esiste la Biblioteca Bicknell, uno splendido casottino immerso in un giardino molto intimo alle spalle dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e Luogo del FAI, che oggi è una tra le biblioteche archeologiche più fornite d’Italia e che racconta la passione naturalistica di Clarence Bicknell per il Ponente.

Bicknell infatti fu un appassionato naturalista. Se lui vi avesse proposto “vieni a vedere la mia collezione di farfalle” avreste potuto fidarvi, perché lui collezionava farfalle per davvero! Vederle oggi, fissate per sempre negli spilli nella loro cassettiera all’interno della Biblioteca Bicknell fa un po’ senso, però è sintomatico dell’epoca e del modo di condurre studi naturalistici alla fine dell’Ottocento.
Bicknell era poi un instancabile camminatore e amava soprattutto il Monte Bego dove decise di fare il calco di tutte le incisioni rupestri che ne caratterizzano rocce e rupi. La zona in cui esse si trovano si chiama, non a caso, Valle delle Meraviglie. In questo territorio, che è a cavallo tra il confine italiano e francese, lungo la Val Roja, Bicknell censì tantissime incisioni. Oggi la Valle delle Meraviglie, o Vallèe des Merveilles, è meta popolare per gli escursionisti e gli amanti del trekking. Il Museo delle Meraviglie di Tenda permette di approfondire l’aspetto delle incisioni rupestri.

Thomas Hanbury era di tutt’altra stoffa. Armatore, navigatore instancabile, commerciante in té dalle Indie, appassionato di botanica tanto da portare ogni volta dai suoi viaggi sementi di piante tropicali e non, variegatissime. A Ventimiglia, in località La Mortola, Sir Hanbury fece costruire un villino rosa e lo immerse in un parco dove furono piantate essenze da ogni parte del mondo. Villa Hanbury è un vero giardino dell’Eden, che ancora oggi mantiene intatto lo spirito che ne animò la creazione e che anzi ha presentato la candidatura all’UNESCO. Passeggiare lungo i suoi sentieri, scendere fino al mare e poi risalire, passando da mangrovie ad abeti, da cedri a cactus, agavi e bambù, per non parlare dei fiori, è una splendida esperienza nel verde. Io ho avuto l’opportunità di farla, da bambina, con la guida eccezionale di Libereso Guglielmi, che fu giardiniere di Italo Calvino: un’esperienza che non ho mai dimenticato. E poi ci sono le architetture, la villa, le scalinate, le fontane, i ninfei. Un vero luogo di delizie.

Hanbury fu un grande mecenate per la città stessa di Ventimiglia e aiutò l’archeologo Girolamo Rossi ai tempi dei primi scavi nella città romana di Albintimilium cercando a suo modo di contrastare sul mercato antiquario il traffico illecito di antichità. Oggi testimonianza della Ventimiglia romana si hanno nell’Antiquarium di Nervia e nel vicino teatro romano. Il legame di Hanbury con le antichità romane di Ventimiglia è invece illustrato al Museo civico Girolamo Rossi di Ventimiglia.
L’indice del Clima
Tremila ore di sole all’anno

Questo era lo slogan che andava di moda quando ero bambina io: a Imperia splende sempre il sole! E in effetti io non ricordo piogge così drammatiche né temperature rigide da morire. La grossa nevicata, che comunque colpì tutta l’Italia, si verificò nel 1985 e fu il picco di freddo eccezionale. Addirittura ricordo un anno in cui a ponente di Cervo pioveva e al di là, ad Andora, già provincia di Savona, nevicava: come se il tempo atmosferico conoscesse già da sé i confini amministrativi della provincia di Imperia!
Non si tratta solo di sole. Si tratta di clima. Si tratta di brezza marina e non di vento forte, si tratta di salmastro e non di umido che appiccica i vestiti, si tratta di freddo e non di gelo in inverno. Si tratta di una conformazione geografica per cui la costa stretta tra il mare e le montagne subito a ridosso è naturalmente protetta da tutto ciò che di freddo e malvagio può venire da Nord.
Imperia nell’Indice del clima elaborato da Il Sole 24 ore

L’indice del clima elaborato da Il Sole 24 ore prende in considerazione una serie di parametri volti a verificare di volta in volta la provincia italiana che meglio risponde a determinate caratteristiche ambientali. L’Italia è piccola, tutto sommato, ma è talmente variegata, quanto a orografia, geomorfologia, andamento delle coste e portata dei fiumi, da avere variazioni climatiche suscettibili di grandi differenze tra una e l’altra.
Così Imperia è al 1° posto in Italia per indice del clima complessivo calcolato nel decennio 2008-2018; questo indice è formato da una serie di parametri: il soleggiamento, l’indice di calore, le ondate di calore, gli eventi estremi, la brezza estiva, l’umidità relativa, le raffiche di vento e le piogge, la nebbia e i giorni freddi.
Il dato che mi ha stupito è che Imperia, nonostante le sue 3000 proverbiali ore di sole l’anno abbia anche 64 giorni di pioggia. Questo valore è considerato in modo estremamente positivo, e del resto gli effetti benefici della pioggia sono sotto gli occhi di tutti. Nebbia a Imperia non pervenuta, mai; raffiche di vento per fortuna sono rare, giusto 10 giorni, mentre i giorni freddi, ovvero con temperatura minore dei 3°, sono esattamente quattro: decisamente pochi, eh. Infine, la brezza estiva ci accompagna, dandoci quel brivido quando usciamo dall’acqua al termine del bagno in mare verso le 6 di sera.

Insomma, il meteo dà ragione ancora oggi, dopo più di un secolo, a chi vide nella Riviera di Ponente il luogo ideale per venire a svernare, a trarre beneficio per la propria salute, a godersi la pace di località tranquille immerse tra spiagge e colline verdeggianti. Una stazione climatica davvero unica. Personalmente sono contenta di questa consacrazione, che non fa altro che dare a Imperia ciò che le compete: un premio per l’accoglienza dal punto di vista del valore migliore: quello meteorologico.
Accipicchia! Sai che non lo sapevo proprio? Certo tutte quelle ore di sole e luce stuzzicano parecchio considerando soprattutto il bruttissimo clima che qui al sud quest’anno continua a fare danni! Ho scoperto una notizia sulla provincia di Imperia che non conoscevo, grazie Marina!